“Diversamente dai bollettini tranquillizzanti dell’assessore regionale all’Ambiente Cattaneo, Legambiente ci dice che, dall’inizio dell’anno, a Milano, in almeno una centralina di rilevamento, si è superato il limite di 50 microgrammi per metrocubo di polveri sottili (Pm10) per 19 giorni su 21. A Cremona per 17 giorni su 21 e lo stesso dato è stato rilevato a Pavia. Lodi ha sforato la soglia del Pm10 per 55 giorni ed è ‘leader’ nazionale per il superamento della soglia di ozono con 80 giorni”, è il commento a caldo di Antonella Forattini, consigliera regionale del Pd, capogruppo in Commissione Ambiente, rispetto ai dati di Mal’aria di città 2020, il report annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico.
In Italia, nel corso del 2019, 53 capoluoghi di provincia hanno superato il limite del Pm10 e quello dell’ozono ben più dei 35 giorni previsti per il primo inquinante e 25 giorni per il secondo. “Lodi è seconda in questa non entusiasmante classifica generale nazionale dietro Torino e appena prima di Pavia, che segue con 130 superamenti nell’anno. Per il Pm10 Milano ha superato il tetto 72 volte in un anno, Pavia per 65 giorni, Cremona per 64. Tutte città nella top ten – insiste Forattini, leggendo i numeri –. Questo ci dice Legambiente, aggiungendo anche che, pur non essendo lo smog da auto la sola fonte di inquinamento atmosferico, il blocco del traffico per essere veramente efficace e incidere sulla riduzione delle emissioni in città, dovrebbe essere strutturato e ampliato progressivamente, nei prossimi anni, affinché diventi permanente, almeno finché non si realizzi una modifica generalizzata del tipo di alimentazione dei veicoli. Quindi, hanno ragione Milano e gli altri Comuni della Lombardia quando intervengono con i provvedimenti restrittivi per gli autoveicoli. Anzi, troviamo la proposta Detox Milano, cioè la sfida di non utilizzare l’auto per un’intera settimana, molto interessante. E in forme meno restrittive si potrebbe addirittura pensare di allargare l’esperienza a tutta la regione”.
Ma non basta: “Appoggiando le proposte di Legambiente, dobbiamo provare a invertire la tendenza nei vari settori di produzione dei fattori inquinanti. Serve, tuttavia, un richiamo alle istituzioni e alla politica verso un ruolo più energico rispetto alla timidezza dimostrata fino a ora. Ne va della nostra salute”.