La decisione notturna del Governo di rendere illegale la cannabis light, equiparandola a quella con maggiore contenuto di Thc, è vergognosa, antiscientifica, destinata ad affossare un settore fiorente, portato avanti da eccellenze emergenti dell’imprenditoria, anche mantovana.

Secondo i dati pre Covid, in Lombardia la coltivazione della canapa raggiungeva i 166 ettari, l’80% dei quali concentrati tra Mantova, Brescia e Cremona.

Da bigotti medievali quali si stanno qualificando, i rappresentanti del Governo scelgono di bollare come criminale una filiera pulita, ecologica, sostenibile, ampiamente riconosciuta dalla normativa europea per i suoi utilizzi nei settori della cosmesi, erboristeria, integratori alimentari e florovivaismo. A farne le spese saranno gli agricoltori e i lavoratori del comparto agroindustriale della canapa da estrazione, i consumatori e i tanti malati che, grazie alle cure a base di cannabis light, stavano riscontrando sostanziali benefici nella terapia del dolore. Una decisione ottusa e fortemente penalizzante, che non tutela la salute ma anzi la danneggia.

Lo scorso anno avevo presentato una proposta di legge per facilitare l’accesso alle terapie antidolore a base di cannabis light, la cui discussione non è mai stata calendarizzata.