Quest’estate l’agricoltura italiana è stata messa a dura prova da una siccità che non dobbiamo considerare un fenomeno da archiviare e che ha colpito in modo particolarmente duro la Pianura Padana e le sue produzioni d’eccellenza. Servono soluzioni sulla gestione del suolo e una vera e propria politica nazionale sull’acqua. Passi avanti sono stati fatti, ma non sono ancora sufficienti.
L’ho chiesto al Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida durante l’audizione congiunta delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato.
Un’opportunità viene dal Pnrr che mette a disposizione 880 milioni con l’obiettivo di aumentare del 40% le fonti di irrigazione dotate di contatore. Dei 2 miliardi da investire in infrastrutture idriche, solo 350 milioni sono destinati a 20 grandi bacini. Troppo pochi, e comunque non c’è ancora nessun progetto.
È necessario mettere a terra tutti i sistemi che permettono di non disperdere acqua, come l’irrigazione goccia a goccia, investire sulla digitalizzazione e sulla relativa formazione. Cruciale, poi, è puntare sulle coltivazioni che ottimizzano l’utilizzo di acqua selezionando le colture e promuovendo incentivi per l’adozione di pratiche agricole più sostenibili.
Obiettivi ambiziosi che crediamo possano essere raggiunti, mettendo in campo tutti gli attori e migliorando il monitoraggio. Per questo condividiamo la necessità di istituire una cabina di regia nazionale presso Palazzo Chigi, che coinvolga i ministeri interessati, le Regioni, la Protezione civile, le autorità di distretto, i consorzi di bonifica, le associazioni di impresa, i gestori idrici ed energetici. Anche noi vogliamo la sovranità alimentare, ma per raggiungerla serve una nuova politica agricola lungimirante.