Confermati i tagli alla sanità nel Def. Dopo la debacle della maggioranza, è ripartito l’iter di approvazione del documento di economia e finanza stilato dal Governo, che prevede nel triennio 2024-2026, a fronte di una crescita media annua del PIL nominale del 3,6%, un aumento della spesa sanitaria soltanto dello 0,6%.
Il rapporto spesa sanitaria/PIL si riduce dal 6,7% del 2023 al 6,3% nel 2024 al 6,2% nel 2025-2026.
Rispetto al 2023, in termini assoluti la spesa sanitaria nel 2024 scende a € 132.737 milioni (-2,4%), per poi risalire nel 2025 a € 135.034 milioni (+1,7%) e a € 138.399 (+2,5%) nel 2026.
Con questi stanziamenti scarsi non sarà possibile nemmeno coprire l’inflazione. Non parliamo delle carenze del personale e dell’adeguamento degli stipendi.
A questo si aggiunge la forte preoccupazione per la realizzazione della missione del Pnrr che prevede 1350 case di comunità, 400 ospedali di comunità, 600 centrali operative territoriali e lo sviluppo della telemedicina in grado di assistere 800 mila persone con più di 65 anni a casa propria. La disorganizzazione e i ritardi dell’Esecutivo mette un grande punto di domanda su questi progetti per cui avremmo soldi Ue. Intanto la sanità privata, che negli ultimi dieci anni ha aumentato esponenzialmente gli introiti nelle regioni guidate dalla destra, sorride e ringrazia