Ringrazio il Presidente delle Camere Penali di Mantova per aver aderito alla maratona oratoria “Fermare i Suicidi in Carcere”, indetta dall’Unione delle Camere Penali Italiane per mantenere viva l’attenzione dell’opinione pubblica sul dramma dei suicidi in carcere.
Nel 2022 sono stata presidente della Commissione Carceri della Lombardia e da subito ho messo al centro del lavoro della Commissione la necessità di approfondire il tema della salute mentale attraverso un’indagine, finalizzata a individuare proposte e soluzioni per prevenire e contrastare la diffusione del fenomeno dei suicidi, assicurando il pieno rispetto della persona.
Le lacune del sistema individuate attraverso l’indagine – carenza di psicologi, psichiatri ed educatori, necessità di implementare percorsi formativi e lavorativi per il reinserimento sociale, carenza di percorsi formativi per la polizia penitenziaria, implementazione delle Rems – non sono state colmate.
Anzi, siamo di fronte alla volontà di togliere, dall’articolo 27 della Costituzione, il fine rieducativo della pena, modificando un principio fondante della Costituzione. Se è fondamentale occuparsi di sicurezza, lo è altrettanto occuparsi e preoccuparsi del reinserimento sociale delle persone ristrette nella libertà personale: una battaglia che deve continuare in Parlamento, dove sono depositate due proposte di legge sostenute dalle opposizioni.
In Lombardia le carceri scoppiano, con una percentuale di sovraffollamento pari al 142%, seconda regione in Italia dietro la Puglia. Di contro, il personale carcerario è insufficiente. Le scelte securitarie del Governo, che riempiono le carceri senza offrire soluzioni alternative, inaspriscono condizioni di vita degradanti, causando inevitabili tensioni.
Se la civiltà di una nazione si misura dal suo sistema carcerario, in questo momento non siamo né una nazione, né una regione civile.