Cara, caro,

i teatri sono chiusi ma in Lombardia continua la commedia dell’assurdo. Fontana nega l’evidenza e continua a ripetere che tutto va bene, che la situazione migliora e che siamo pronti alla vaccinazione di massa. Peccato che la realtà sia un’altra: errori, dati incompleti, comunicazioni dell’ultimo minuto, assenza di una visione d’insieme, ritardi, ritardi ritardi…

Abbiamo assistito al caos nelle prenotazioni degli ultra ottantenni e dei docenti. Speriamo che il portale di Poste Italiane risolva i danni di quello creato dall’agenzia regionale Aria, che comunque paghiamo noi contribuenti… E ancora, la chiusura delle scuole comunicata dall’oggi al domani lanciando nel panico i genitori, tanti annunci vuoti senza un vero piano organizzativo e nessun cronoprogramma, per non parlare del rimpallo di responsabilità come se la mano destra non sapesse quello che fa la sinistra.

Il 25 febbraio è stato presentato il quarto piano vaccinale. Di fatto, però, non è un vero piano ma solo una dichiarazione d’intenti. Non sono state identificate con precisione le strutture di somministrazione, non ci sono date per l’avvio delle varie fasi, non si è ancora risolto il problema del personale, nonostante ci sia un bando per il reclutamento. Inoltre, i Sindaci non sono stati coinvolti adeguatamente: manca il collegamento con il territorio.

Fontana e la sua Giunta potranno anche dire che tutto è sotto controllo, ma i numeri parlano chiaro e le persone capiscono. Le vaccinazioni sono lentissime. In Lombardia abbiamo vaccinato solo il 9% della popolazione. La media italiana è dell’11%. Noi siamo al terzultimo posto: solo Calabria e Sardegna hanno fatto peggio. Abbiamo usato il 77% delle dosi che abbiamo ricevuto. Per dirne una, il Lazio quasi l’87%.

Abbiamo detto che vanno immunizzati prima di tutto i più fragili, ma la Lombardia non lo sta facendo. Secondo i dati di lunedì 15 marzo, dalla partenza della campagna per gli ultra ottantenni il 21 febbraio, in tre settimane abbiamo eseguito solo il 20% delle dosi (tra prima e seconda dose) necessarie a questa categoria. Inoltre, non abbiamo ancora notizie certe sulle vaccinazioni ai disabili, che sono stati inseriti come categoria prioritaria nelle linee guida del Governo.

In Consiglio.
Ma se la Lombardia fa male, la provincia di Mantova fa ancora peggio. Secondo calcoli spannometrici abbiamo somministrato solo la metà delle dosi che abbiamo ricevuto. Parlo di ipotesi perché Ats e Asst si ostinano a tenere secretati i dati delle vaccinazioni fatte, i dettagli di quali categorie li hanno ricevuti e in quali centri. Credo che serva più trasparenza: i mantovani hanno il diritto di avere queste informazioni. Se vuoi approfondire, puoi ascoltare il mio podcast e rivedere la mia intervista a Telemantova.

Non va meglio con la preparazione della fase massiva. Vedo ancora tanti punti di domanda: il quadro generale e l’elenco completo di hub e punti vaccinali sul territorio non c’è. D’altro canto, gli accordi con le strutture e i relativi sopralluoghi sono partiti con incredibile ritardo. Continuerò comunque a insistere perché ci sia attenzione a tutti i territori in modo capillare.

Tra le mie preoccupazioni c’è anche la situazione ospedaliera extra-Covid, come ho espresso più volte. Anche nella fase meno critica, l’ospedale di Mantova non è riuscito a far ripartire con sufficiente celerità varie attività fondamentali, cosa che invece è stata fatta nel resto della regione. Penso agli interventi al seno per le donne malate di tumore o al polo fertilità. Entrambi hanno visto un’accelerazione solo dopo i miei interventi in Consiglio e sulla stampa.

Mi auguro che passata questa fase di emergenza non si ripetano gli errori commessi in passato, ma si faccia ripartire le attività fondamentali con i giusti tempi e sostenendo i tanti ottimi professionisti che lavorano nei nostri ospedali pubblici.

C’è, poi, il tema gravissimo dell’occupazione. Qualche giorno fa sono andata a trovare le operaie della Corneliani, che lottano per il loro posto di lavoro e a cui spero arrivino presto Sono vicina a loro e ai tanti concittadini di tutti i settori che stanno vivendo con angoscia le incertezze di questo periodo.

Con Ambra Angiolini per la nuova legge regionale sui disturbi alimentari.
Poi, un altro tema che mi sta a cuore: il 15 marzo è stata la Giornata Nazionale dei Disturbi Alimentari. Nel corso dell’ultimo anno ho contribuito ad approfondire il tema e a stendere, per conto del PD, le nostre proposte che hanno migliorato la nuova legge regionale in materia. E’ stato un importante traguardo a cui abbiamo lavorato in modo trasversale e per cui ringrazio i colleghi consiglieri con cui ho collaborato e Ambra Angiolini che ha accompagnato tutto il percorso.

Il problema dei disturbi dell’alimentazione è sempre più grave. Prima della pandemia, le strutture lombarde avevano in cura 1.500 minori e 3.000 adulti. Con il lockdown le richieste di assistenza sono aumentate addirittura del 30%. Spero che con questa nuova legge potremo fare molto di più e mi auguro che il modello venga ripetuto a livello nazionale.

Infine, un pensiero alle donne. E’ passato da poco l’8 marzo, come sempre occasione per fare il punto. Ho partecipato a un interessante evento online dal titolo “Donne, energia per il futuro” (puoi vedere la registrazione qui) e ho voluto approfondire il contributo delle donne al mondo del lavoro.

Ormai molte ricerche affermano che, se l’occupazione femminile aumentasse, il Pil del nostro paese guadagnerebbe 7 punti percentuali. In un anno in cui abbiamo perso l’8,9% e 99.000 posti di lavoro di lavoratrici donne (il 98% del totale), direi che non possiamo più permetterci di tenere le donne fuori dal mercato del lavoro. 

Nel salutarti, mi auguro che tu stia bene così come i tuoi affetti. Ci aspetta un altro mese difficile e, a volte, l’impressione è di aver terminato la nostra riserva di forza. Ma è proprio allora che ne troviamo ancora un po’…

Un caro saluto,
Antonella

Il mio intervento all’evento dedicato all’8 marzo.